Riforma pensioni 2020: cosa cambierà secondo le nuove disposizioni

Riforma pensioni 2020
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Riforma pensioni 2020: quali sono gli ultimi aggiornamenti in merito?

Proprio negli ultimi giorni si parla tantissimo di tutti i cambiamenti riguardanti le pensioni e dei miglioramenti che il governo cerca di adottare per favorire la popolazione ed in particolare i giovani. Quest’ultima fascia infatti, come emerge da diversi dati, è quella più a rischio sul fattore pensioni.

Riforma pensioni 2020: quota 41 e quota 100

Riforma pensioni 2020 è un’espressione divenuta ormai molto comune in rete negli ultimi giorni. Si sente molto spesso anche in TV. I cambiamenti riguardanti l’argomento pensioni riguardano soprattutto le cosiddette “quota 41” e “quota 100”. La prima prevede l’ottenimento della pensione solo nel momento in cui si saranno raggiunti i 41 anni di contributi versati. A riguardo si sono scatenate non poche polemiche. Anche perché il governo è diviso. Ci sono coloro che vorrebbero collegare la quota 41 all’età e chi invece, come il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sostengono che tale meccanismo è già pesante di per sé. Di conseguenza, sarebbe inutile collegarlo anche all’età.

Fa discutere però anche la “quota 100”, che prevede di far ottenere la pensione solo nel momento in cui la somma relativa ai propri anni e quella dei contributi versati raggiungeranno 100 come risultato. Questo meccanismo è già in atto e per ora rimarrà invariato fino al 31 Dicembre 2021. I cambiamenti in merito, se previsti e se saranno approvati in futuro, potranno entrare in vigore solo dal 1 Gennaio 2022.

Riforma pensioni 2020: “l’opzione donna” e la “pensione garanzia”

La riforma pensioni 2020 prevede anche altri cambiamenti. Ad esempio quello chiamato “opzione donna” e la “pensione garanzia”. Il primo consiste nel far andare in pensione le 58enni lavoratrici dipendenti che abbiano versato almeno 35 anni di contributi. Per quanto riguarda le lavoratrici autonome invece queste andranno in pensione a 59 anni. Sempre dopo 35 anni di contributi.

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Si parla invece di “pensione di garanzia” quando si indica un’estensione per tutti coloro che fino a quest’anno hanno avuto la pensione calcolata in base al sistema contributivo. Questo meccanismo riguarda tutti coloro che non hanno maturato contributi prima del 1996. Si sottolinea che tutti questi cambiamenti sembrano aver quasi ottenuto conferma. Si devono però attendere i prossimi giorni per avere aggiornamenti in merito. Per ora infatti, l’unico dato certo riguarda il mantenimento della quota 100. Gli altri cambiamenti sono ancora sotto l’attenzione del governo, che deve prendere una decisione definitiva nonostante le numerose polemiche in atto.

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