Ristoranti aperti fino alle 22.00: l’ordinanza che sfida l’ultimo Dpcm

Ristoranti aperti fino alle 22.00
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Ristoranti aperti fino alle 22.00 a scapito dell’ultimo Dpcm. E’ ciò che accade a Sutri, comune italiano in provincia di Viterbo. Il sindaco è Vittorio Sgarbi. Figura molto nota e non certo nuova a questo tipo di proteste.

L’ultimo Dpcm firmato ha sancito delle regole molto chiare. L’auspicio del Governo è quello di evitare un secondo lockdown. Il mezzo per provare a raggiungere questo obiettivo delle norme più rigide. In particolar modo è stata limitata la vita notturna e tutto ciò che viene considerato non necessario. Questo ha scaturito molto malumore e proteste. Si sono verificate in molte città del Paese delle manifestazioni, più o meno pacifiche. In particolr modo sono stati colpiti ristoratori e proprietari di bar, con la chiusura imposta per le ore 18.00.

Tuttavia questo non accade in tutta Italia. La provincia autonoma di Trento ad esempio ha stabilito che le chiusure per queste attività sono posticipate alle ore 22.00. Sempre rispettando tutte le norme vigenti per contrastare il covid-19.

Ristoranti aperti fino alle 22.00: l’ordinanza che sfida l’ultimo Dpcm.

Sulla falsa riga di Trento, Vittorio Sgarbi ha deciso che Sutri non rispetterà gli orari di chiusura previsti dal Dpcm in vigore. Nella provincia, definita “Sgarbistan”, la risotrazione sarà consentita fino alle ore 22.00. Bar e pasticcerie invece potranno restare aperti fino alle ore 20.00. Dalle ore 18.00 la consumazione non è consentita in piedi. Per ogni tavolo il numero massimo di persone è 4, eccezion fatta per i conviventi.

Il critico d’arte ha motivato la sua decisione:

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“Ho deciso nell’ambito delle ulteriori misure urgenti per la prevenzione e gestione della emergenza epidemiologica da Covid 2019, di condividere la linea rigorosa del Presidente della Provincia di Trento anche in riferimento agli articoli 4 e 5 della legge costituzionale del 18 ottobre 2001, emanando una ordinanza corrispondente a quella dell’articolo 40 e 41 dell’ordinanza presidenziale”.

Il comunicato si conclude con una frase provocatoria che rispecchia lo stile tipico di Sgarbi: “Nello Sgarbistan è il sindaco a dettare legge”.

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