Un Anno Dopo la Morte di Mia Madre: Una Sorpresa Amara

Un Anno Dopo la Morte di Mia Madre
Curiosità

Un Anno Dopo la Morte di Mia Madre: Una Sorpresa Amara.

Era passato esattamente un anno da quando mia madre era venuta a mancare. Tornare nella nostra casa di famiglia dovevo essere un momento di raccoglimento e memoria, ma ciò che trovai mi fece gelare il sangue. Le mie valigie erano state sistemate con cura accanto alla porta, come se fossi un’ospite indesiderata. Il soggiorno, un tempo cuore della casa, era invaso da un odore sgradevole e innaturale. Il profumo delicato e pulito che associavo alla mamma era stato sostituito da fragranze artificiali e oleose.

Distesa sul divano, comodamente avvolta nella vestaglia che era appartenuta a mia madre, c’era una donna sconosciuta. Con le gambe accavallate, un calice di vino in mano e un sorriso arrogante sul volto, si comportava come se fosse lei la padrona di casa. Mi accolse con una frase sfrontata e un tono canzonatorio, come se il mio ritorno fosse un disturbo.

«Sei tornata prima del previsto», disse con noncuranza.

La fissai per un attimo, cercando di capire chi fosse e perché si trovasse lì. La risposta non tardò ad arrivare: si chiamava Vanessa ed era la nuova fidanzata di Carlo, l’ex compagno di mia madre.

LEGGI ANCHE  Una ragazza dal cuore d’oro licenziata ingiustamente

Un Anno Dopo la Morte di Mia Madre: Un Peso sul Cuore

Mia madre, nei suoi ultimi giorni, mi aveva fatto promettere una sola cosa: permettere a Carlo di restare per un po’ nella casa, finché non fosse riuscito a rimettersi in piedi. Avevo accettato, anche se sapevo che quell’uomo non aveva mai brillato per responsabilità o voglia di fare. Disoccupato da anni, si era sempre adagiato sugli sforzi altrui.

«Non cacciarlo subito, ti prego», mi aveva sussurrato mamma con voce debole, stringendomi la mano nel letto d’ospedale. Non avevo potuto dirle di no. Quella richiesta fu l’ultima volontà che scelsi di rispettare.

Così, al ritorno a casa dopo mesi passati a studiare e lavorare, mi ritrovai davanti a una realtà che non avevo previsto. Carlo non solo non se n’era mai andato, ma si era impossessato del luogo come se gli appartenesse. Aveva cancellato ogni traccia di mia madre: le foto sparite, i suoi oggetti nascosti, i mobili spostati.

Ora quella donna, Vanessa, si atteggiava come la nuova padrona. Seduta con disinvoltura nel soggiorno, ignorava deliberatamente la mia presenza, cambiando canale alla TV con il telecomando che un tempo era di mia madre.

LEGGI ANCHE  Quando la Gentilezza Diventa Sfruttamento

Lo Scontro Decisivo: Quando la Verità Vien a Galla

Pochi minuti dopo arrivò Carlo, con il solito atteggiamento spavaldo. Fece finta di nulla, mi salutò con un bacio sulla guancia come se fossimo vecchi amici e si accomodò accanto a Vanessa. Entrambi si atteggiavano come se fosse loro diritto starmi addosso e cacciarmi dalla mia stessa casa.

«Abbiamo bisogno di questo spazio per noi», disse lei con tono finto affettuoso. E poi aggiunse, con una risata che voleva essere di superiorità: «Tra poco arriverà l’avvocato per sistemare tutto.»

Aspettai in silenzio. Il cuore mi batteva forte, ma non diedi loro la soddisfazione di vedere la mia rabbia. Quando l’avvocato arrivò, aprii la porta senza dire una parola. Era un uomo distinto, dall’aria autorevole. Si presentò come il legale che aveva seguito mia madre nei suoi ultimi mesi.

Continua nella pagina successiva. Clicca QUI o qui sotto


0 Condivisioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.