Mio padre ci ha chiamati nel panico: “Sta succedendo qualcosa di strano a tua madre, vieni a salvarla!”.
Una telefonata che ha cambiato tutto
“C’è qualcosa di strano che sta succedendo a tua madre. Devi salvarla.”
Quelle parole, pronunciate con voce tremante da mio padre, mi sono entrate nel cuore come una lama di ghiaccio. Stavo lavorando, immersa nei miei pensieri, quando il telefono ha iniziato a vibrare sul tavolo. Sullo schermo compariva il nome “Papà”. Era già insolito: di solito era mamma a chiamare, sempre lei a fare da tramite tra noi. Sapevo, quindi, che qualcosa di serio stava accadendo.
“Giulia…” balbettò lui dall’altra parte, “devi prendere tuo fratello e venire subito. C’è qualcosa di strano in tua madre… devi salvarla!”
E poi la linea cadde. Nessuna spiegazione, nessun dettaglio. Solo quella frase, ripetuta nella mia mente mentre il cuore mi batteva all’impazzata.
Per un istante, il mondo si fermò. Cosa poteva essere successo? Un malore? Un incidente? Un gesto disperato? Mi alzai di scatto, presi la borsa e ordinai al telefono di chiamare Luca, mio fratello. Niente risposta. Squillò, squillò, e poi la segreteria.
Senza pensarci oltre, dissi al mio capo che dovevo andare via per un’emergenza familiare, e corsi verso l’auto.
Mio padre ci ha chiamati nel panico: La corsa verso casa e la paura dell’ignoto
Mentre guidavo verso la casa della nostra infanzia, la mente mi bombardava di pensieri. Ogni semaforo rosso sembrava durare un’eternità. Ogni macchina lenta davanti a me era un ostacolo tra me e la verità.
Dopo venticinque interminabili minuti, arrivai finalmente davanti alla casa dove avevo trascorso tutta la mia giovinezza. Le mani mi tremavano mentre spegnevo il motore. Una parte di me voleva correre dentro, un’altra aveva paura di ciò che avrebbe trovato.
Entrai di corsa. Il tacco della scarpa rimase impigliato nel tappeto d’ingresso e quasi caddi. “Papà? Mamma?” gridai.
Un odore di cibo stantio mi colpì. La cucina era un disastro: piatti sporchi ovunque, contenitori vuoti di cibo d’asporto sparsi sul tavolo. E lì, seduto sul divano, c’era mio padre. Piangeva.
Non lo avevo mai visto piangere in vita mia. In quarant’anni non gli era mai scesa una lacrima.
Poco dopo, arrivò anche Luca, trafelato. “Giulia! Dov’è mamma? Che succede?”
Ci fermammo entrambi a fissare papà, che singhiozzava come un bambino. Era una scena irreale.
“Mamma è impazzita!” – la verità sconvolgente (o quasi)
“Papà?” mi avvicinai lentamente. “Mamma è in ospedale?”
Lui alzò lo sguardo, gli occhi rossi e gonfi. “Ospedale? No, tua madre è impazzita!”
Luca ed io ci scambiammo un’occhiata confusa. Forse era lui ad aver perso la testa.
“Cosa intendi per impazzita?” chiese mio fratello con cautela.
Papà fece un gesto ampio verso il caos che lo circondava. “Ha fatto le valigie e se n’è andata! Con Claudia! In vacanza!”
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