Incinta e sola davanti alla tomba del suo amato

Incinta e sola davanti alla tomba
Storie di vita

Incinta e sola davanti alla tomba del suo amato: quello che trovò cambiò tutto.

Un viaggio carico di dolore e speranza

Francesca scese lentamente dall’autobus, il passo appesantito dal pancione e dal dolore che le opprimeva il cuore. Era arrivata in una cittadina del nord Italia, la stessa in cui era cresciuto Davide, il suo fidanzato scomparso da pochi mesi in circostanze tragiche. Durante tutto il viaggio non aveva fatto altro che asciugarsi le lacrime, nascondendo la sofferenza agli sguardi dei passeggeri. Sentiva come se una parte di lei fosse morta con Davide.

Eppure, dentro di lei, cresceva una nuova vita: una bambina. La figlia che aveva concepito con Davide. Era quella creatura a trattenerla dal lasciarsi andare alla disperazione. L’idea di diventare madre le dava un briciolo di forza per andare avanti, anche se ogni giorno era una montagna da scalare.

Francesca aveva incontrato Davide due anni prima, dopo aver lasciato l’istituto dove aveva trascorso gran parte dell’infanzia. Lavorava di notte in una fabbrica meccanica e di giorno frequentava un corso professionale. Una vita difficile, ma onesta. Proprio in fabbrica conobbe Davide, un giovane tecnico mandato da una ditta importante per installare nuovi macchinari all’avanguardia.

Incinta e sola davanti alla tomba: un amore nato tra i macchinari e le difficoltà

Le voci in fabbrica dicevano che l’impianto era stato acquistato da un imprenditore milanese e che presto sarebbe stato completamente automatizzato. Alcuni operai erano preoccupati, altri speravano in un miglioramento delle condizioni. Francesca, dal canto suo, era scettica. Ma quando vide Davide per la prima volta, capì subito che lui era diverso. Gentile, disponibile, sempre pronto ad aiutare.

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Una sera, mentre controllava una delle macchine guaste, Davide si avvicinò a lei. Le spiegò il funzionamento del nuovo sistema e, durante la conversazione, tra i due nacque una sintonia inaspettata. A fine turno, lui era scomparso. Francesca pensò che fosse solo un tecnico di passaggio. Ma il destino aveva altri piani.

All’uscita dalla fabbrica, un’auto si fermò accanto a lei. Al volante c’era Davide. “Se vuoi ti accompagno a casa,” le disse sorridendo. Francesca esitò, ma poi accettò. Passarono ore a parlare, a ridere, a conoscersi. Da quel giorno divennero inseparabili.

Un futuro promesso e un silenzio improvviso

Tre mesi dopo, Francesca scoprì di essere incinta. Davide, senza esitare, le chiese di sposarlo. “Appena finisco qui, ti porto con me a Verona. Conoscerai mia madre e mio fratello. Ti adoreranno,” le disse con entusiasmo.

Ma Francesca era titubante. “Parlane prima con loro. Non voglio essere una sorpresa inaspettata… e incinta, per giunta.” Aveva paura di essere rifiutata, soprattutto perché era cresciuta in un orfanotrofio. Non aveva mai conosciuto il calore di una famiglia.

Davide però era sicuro: “Non devi temere nulla, ti ameranno.” Poi partì per organizzare tutto. Ma da quel momento non si fece più sentire. Nessuna chiamata, nessuna lettera, nessun messaggio. Francesca lo aspettò, ogni giorno, con il cuore in gola. Ma il silenzio diventava sempre più pesante.

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Incinta e sola davanti alla tomba: una notizia devastante e un addio spezzato

Due mesi dopo, venne a sapere per caso che Davide era morto. La notizia le giunse attraverso una collega, che l’aveva sentita in contabilità: era stato aggredito da tre uomini ed era deceduto poche ore dopo l’attacco. Francesca crollò a terra, svenne per il dolore.

Quando si riprese, chiese subito dove fosse sepolto. Una collega anziana le indicò il cimitero e la accompagnò con uno sguardo carico di compassione. Francesca si diresse da sola verso la tomba, sotto una pioggia torrenziale, portando con sé tutto il peso del lutto e della solitudine.

Davanti alla tomba, tra i fiori e una foto sorridente di Davide, si inginocchiò. “Perdonami,” sussurrò tra le lacrime. Si sentiva responsabile. Se non avesse insistito affinché lui parlasse con la famiglia prima, forse sarebbe rimasto con lei.

Stremata, si addormentò accanto alla lapide.

Un ritrovamento misterioso nella cappella di famiglia

Quando si svegliò, il suo telefono era sparito. In preda al panico, cercò riparo dalla pioggia entrando nella cappella di famiglia, poco distante. Una struttura antica, silenziosa. Dentro, tra i marmi e l’odore di fiori secchi, qualcosa vibrò.

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