Il Tavolo della Rinascita.
«Buonasera, signora Direttrice. Il suo tavolo è pronto», annunciò con gentilezza Matteo, il maître del ristorante, avvicinandosi a Chiara con un lieve inchino. «Il signor De Santis del Ministero dell’Economia ha comunicato che arriverà con circa dieci minuti di ritardo.»
Chiara annuì con eleganza, accennando un sorriso.
«Grazie, Matteo. Appena arriva, accompagnalo direttamente da me. Nel frattempo», aggiunse rivolgendosi con tono cortese a Luca e Serena, «vi inviterei volentieri a cena. Potete sedervi al tavolo vicino alla finestra.»
Luca deglutì a fatica, lo sguardo incerto che si spostava dalla donna al maître e poi di nuovo a Chiara. La sorpresa era evidente.
«Tu… sei la direttrice?»
«In realtà, la proprietaria», rispose lei con naturalezza, sistemando con discrezione la collana di perle che adornava il suo collo. «La catena “Prestigio” conta oggi cinque ristoranti in tutta Italia. Questo è stato il primo, e resta il mio preferito.»
Il Volto del Passato Ritorna
Sul volto di Luca lo stupore era quasi comico. Chiara si sforzò di trattenere un sorriso. Serena, al suo fianco, si irrigidì, smettendo di tamburellare nervosamente le dita sul menù.
«Ma quando te ne sei andata… non avevi nulla», balbettò Luca. «Avevo bloccato tutti i tuoi conti. Avevo fatto di tutto per…»
«…per mettermi in ginocchio?», completò lei con calma. «Sì, lo so. È stata la tua prima reazione quando ti ho chiesto il divorzio. Ma forse hai dimenticato che prima del nostro matrimonio avevo già un’attività mia. Era piccola, ma funzionava.»
«Quel chiosco?», intervenne Serena, ritrovando il tono sprezzante. «Era solo una baracca in periferia.»
«Era un inizio», ribatté Chiara. «Un inizio che ho sacrificato per seguire il sogno di essere la moglie perfetta. Ma è stato un errore. E l’ho corretto.»
Con un semplice gesto della mano, Chiara indicò a Matteo di accompagnare i due ospiti al tavolo. I due la seguirono in silenzio, come scolari rimproverati.
Il Tavolo della Rinascita: La Cena della Verità
Chiara si sedette per un attimo con loro. «Allora, cosa vi porta qui questa sera? Un anniversario?»
Luca si mosse a disagio sulla sedia.
«In realtà… volevamo festeggiare una buona offerta ricevuta per la casa in periferia», spiegò. «Dobbiamo venderla. L’azienda non sta andando molto bene.»
«Capisco», disse Chiara, e lo intendeva davvero. Aveva sentito parlare delle difficoltà dell’impresa di Luca, un tempo in ascesa. «Mi dispiace sentirlo.»
«Non c’è motivo di dispiacersi!», esclamò Serena con voce troppo alta. Diversi clienti si girarono a guardarla. «È solo una ristrutturazione.»
Chiara annuì, evitando di menzionare che era a conoscenza del fallimento già avviato. Alcune vittorie, pensava, vanno custodite in silenzio.
«Consiglio il filetto di branzino al limone. È la nostra specialità di oggi», disse alzandosi. «Naturalmente, è offerto dalla casa.»
Luca ora la guardava con la stessa espressione che aveva avuto quando lei gli aveva chiesto il divorzio: un misto di rabbia, incredulità e – per la prima volta – consapevolezza di aver perso il controllo.
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