Il Sussurro della Cantina: Un Intrigo Familiare tra Dubbi e Rivelazioni.
Il ritorno di Arduino dopo una lunga trasferta di lavoro portò con sé non solo la consueta gioia del ricongiungimento familiare, ma anche una sottile inquietudine. Sua moglie, Beatrice, sembrava trascorrere un tempo insolitamente elevato nella cantina, un ambiente fresco e ombroso solitamente deputato alla conservazione di provviste e vini pregiati. Un tarlo iniziò a rodere la mente di Arduino, un’ombra di sospetto che oscurava la serenità del loro focolare domestico. Decise, con il cuore in tumulto, di seguirla, desideroso di svelare il mistero che avvolgeva le frequenti discese di Beatrice nel ventre oscuro della loro abitazione. Ciò che i suoi occhi avrebbero scorto di lì a poco lo avrebbe lasciato attonito, spalancando un varco su un passato inatteso e su segreti a lungo celati.
Il Sussurro della Cantina
Arduino si destò da un sonno agitato, come se un’improvvisa scossa lo avesse riportato bruscamente alla realtà. La casa era immersa in un silenzio ovattato, rotto solo dal lieve fruscio delle tende mosse dalla brezza mattutina che penetrava dalla finestra socchiusa. L’aria, intrisa del delicato profumo dei fiori di pesco in piena fioritura e della fragranza umida della terra appena bagnata, gli infuse un senso di profonda pace. Quanto amava la sua dimora, quel rifugio accogliente che lo attendeva sempre al termine dei suoi lunghi viaggi! Al suo ritorno, Arduino non riusciva mai a rimanere inerte; ogni volta trovava un nuovo progetto, un dettaglio da migliorare, una riparazione da effettuare, contribuendo con le sue abili mani a rendere la loro casa un gioiello incastonato nel cuore del villaggio. Sotto il tiepido abbraccio delle lenzuola, il letto gli appariva un’oasi di conforto e intimità.
L’Assenza Notturna e i Primi Sospetti
Stava per abbandonarsi nuovamente al sonno, cullato dalla quiete circostante, quando un’improvvisa consapevolezza lo riscosse: Beatrice non era al suo fianco. Probabilmente si era alzata per recarsi in bagno, si disse, cercando di placare la nascente inquietudine. E, quasi immediatamente, Morfeo lo rapì tra le sue braccia, riconducendolo nel regno dei sogni.
La notte successiva, la stessa scena si ripeté. Arduino si svegliò nel buio, percependo l’assenza familiare di Beatrice accanto a sé. Si rigirò nel letto, cercando invano di ritrovare il sonno perduto. Dieci, venti minuti scivolarono via nell’attesa silenziosa, ma Beatrice non faceva ritorno. Un’ombra di preoccupazione si insinuò nel suo cuore. Improvvisamente, lo scricchiolio impercettibile della porta d’ingresso al piano terra ruppe il silenzio. Due minuti dopo, Beatrice fece il suo ingresso nella camera da letto, muovendosi con una furtività che non sfuggì ad Arduino. Si sfilò rapidamente il vestito e si insinuò sotto le coperte, cercando di non destare il marito.
Il Sussurro della Cantina
Il ritorno di Arduino dopo una lunga trasferta di lavoro portò con sé non solo la consueta gioia del ricongiungimento familiare, ma anche una sottile inquietudine. Sua moglie, Beatrice, sembrava trascorrere un tempo insolitamente elevato nella cantina, un ambiente fresco e ombroso solitamente deputato alla conservazione di provviste e vini pregiati. Un tarlo iniziò a rodere la mente di Arduino, un’ombra di sospetto che oscurava la serenità del loro focolare domestico. Decise, con il cuore in tumulto, di seguirla, desideroso di svelare il mistero che avvolgeva le frequenti discese di Beatrice nel ventre oscuro della loro abitazione. Ciò che i suoi occhi avrebbero scorto di lì a poco lo avrebbe lasciato attonito, spalancando un varco su un passato inatteso e su segreti a lungo celati.
Interrogativi Silenziosi e un Garage Sospetto
Arduino strinse Beatrice tra le sue braccia, percependo un’insolita freddezza nella sua pelle. “Dove sei stata, Beatrice?” le chiese con un tono di leggera apprensione. “E tu non dormi?” esclamò Beatrice, sorpresa. “Shhh, sveglierai Lorenzo,” sussurrò Arduino, riferendosi al loro bambino.
“Sono solo uscita a prendere un po’ d’aria,” rispose Beatrice, abbassando a sua volta la voce a un sussurro. “Non riuscivo a dormire. E tu, di solito hai un sonno così profondo. Ti ho svegliato?” “Non lo so, credo di essermi svegliato da solo. Mi ha sorpreso non trovarti qui. Non ti è mai capitato prima di fare passeggiate notturne,” osservò Arduino, con un sorriso che cercava di mascherare la sua crescente perplessità.
“Prima non soffrivo nemmeno d’insonnia,” replicò Beatrice, con un tono leggermente evasivo. “Beh, dai, smettila. Fuori non fa così caldo. Sei tutta gelida. Dormi, piccola,” la rassicurò Arduino, stringendola più forte a sé, cercando di dissipare i suoi dubbi e le sue nascenti paure.
Per l’intera giornata, Arduino si dedicò con impegno ai lavori di ristrutturazione del sottotetto. Lui e Beatrice avevano finalmente deciso di trasformare quello spazio inutilizzato in una stanza ampia e luminosa per il loro figlio di otto anni, Lorenzo. Il bambino era entusiasta del progetto e partecipava attivamente, aiutando il padre con la sua piccola cassetta degli attrezzi non appena rientrava da scuola.
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