A 62 anni ho riscoperto l’amore, ma una telefonata mi ha sconvolta.
Non avrei mai pensato che a 62 anni potessi ancora sentirmi come una ragazzina innamorata. Dopo tanti anni di solitudine, quando ormai avevo smesso di credere nelle favole, è arrivato qualcosa che mi ha fatto battere di nuovo il cuore. O meglio, qualcuno. Si chiamava Giovanni, ed era poco più grande di me.
Ci siamo incontrati per caso durante un concerto di musica classica. Durante l’intervallo, complice la coda al bar per un caffè, abbiamo iniziato a parlare. La conversazione è fluita naturalmente: libri, musica, ricordi d’infanzia e i sogni di un tempo. C’era una connessione speciale, qualcosa che non si può spiegare facilmente.
Le mie amiche ridevano quando raccontavo dei nostri incontri, dicendo che a quell’età dovevamo pensare ai nipoti e non all’amore. Ma io mi sentivo raggiante, viva come non mi succedeva da anni. Ogni messaggio di Giovanni, ogni sorriso, ogni passeggiata insieme, mi faceva sentire di nuovo giovane.
Un inizio perfetto, ma qualcosa stava per cambiare
Dopo le prime settimane, ci vedevamo con regolarità. Andavamo spesso al cinema, condividevamo letture e ci confidavamo i dolori del passato. Un giorno mi invitò a casa sua, in un piccolo villino affacciato su un lago incantato. Era un luogo silenzioso, immerso nel verde e profumato di pini. Lì, davanti a un tramonto dorato che si specchiava sull’acqua, mi sembrava di vivere un sogno.
Una sera decisi di fermarmi a dormire da lui. Tutto era perfetto, fino a quando non disse che doveva uscire per sbrigare alcune faccende in città. Rimasi sola. Poco dopo, il suo telefono squillò e sullo schermo comparve il nome “Silvia”.
Non risposi, ovviamente, ma qualcosa dentro di me si agitò. Quando tornò, gli chiesi chi fosse. Con tono tranquillo mi spiegò che era sua sorella, e che aveva problemi di salute. Lo disse con sincerità, e decisi di credergli.
Tuttavia, nei giorni successivi, la presenza di Silvia divenne sempre più costante. Le chiamate erano frequenti, le sue uscite improvvise pure. Cominciai a percepire una distanza, un velo sottile tra noi che prima non c’era.
A 62 anni ho riscoperto l’amore: Il sospetto cresceva, e la verità bussava alla porta
Una notte mi svegliai e mi accorsi che il letto era vuoto. La casa era silenziosa, ma attraverso le pareti sottili udii la sua voce al telefono. Diceva:
— Silvia, abbi pazienza… No, lei ancora non sa nulla… Sì, lo so… Ma ho bisogno di un po’ più di tempo…
Le sue parole mi trafissero. “Lei non sa nulla”? Era chiaro che parlava di me. Il cuore mi batteva forte. Tornai a letto fingendo di dormire quando rientrò in camera, ma la mia mente era già invasa da mille interrogativi.
Chi era davvero Silvia? Quale segreto si celava dietro quella voce pacata? Perché Giovanni doveva nascondermi qualcosa? Il giorno dopo, con la scusa di voler comprare della frutta al mercato, cercai un posto tranquillo in giardino e chiamai la mia amica Lucia.
— Lucia, sono preoccupata… credo che ci sia qualcosa di serio tra Giovanni e sua sorella. Forse problemi economici, o peggio. Io mi fidavo di lui…
Lei sospirò e mi rispose con calma:
Continua nella pagina successiva. Clicca QUI o qui sotto